Arte / Ultra Homines


Ultra Homines
fotografie di Matteo Bosi (1995-2004)

Il fare di Bosi, che parte da una raffinata elaborazione fotografica al fine di creare dei veri e propri tableau vivant, è da sempre ricco di visioni simbolico-naturaliste che si amalgamano con uno studio approfondito delle dinamiche che rendono icona, a volte erotica a volte mistica, il corpo umano. Egli è pittore digitale di estrema eleganza e induttore di sensualità da tempo giunto a formulazioni di grande impatto emozionale. Bosi racconta di sé tramite le dinamiche del corpo e del gesto. ‘Incastro’ alchemico – quindi amalgama – fra ciò che è uno degli strumenti che ha sancito il moderno (cioè la fotografia) e l’architettura armonica del quadro, anch’essa caratterizzante la sapienzialità dei maestri del passato. La dichiarazione di poetica di Bosi è più che manifesta: esiste ancora una possibilità per la bellezza – o, meglio – esiste ancora una possibilità per la ‘natura’ della bellezza. In un momento in cui la fotografia viene spesso usata in accezione stranita e straniante, cioè in maniera distaccata, o fredda, il nostro artista la elabora e la riconduce alla carne e al sangue. Assembla, ritocca (anche a mano), formula un atto di ‘grazia’. Nega la volgarità e lo spettacolare per abbandonarsi alla suggestione. E’ una ‘preghiera’ del corpo, la sua. Un sancire, paganamente, l’aspetto divino e, nel contempo, naturale dell’uomo, rendendo l’opera finemente ‘religiosa’.
Gian Ruggero Manzoni

Starting from a refined photo processing, Bosi’s work creates real tableau vivant and is full of naturalistic-symbolic-visions. These images come together with a deep study of human body which, sometimes, an erotic icon, sometimes a mystic one. He is a digital painter who shows a huge elegance, great sensuality and has been producing highly emotional works for long. Bosi talks about himself through body and gesture dynamics. There is an alchemic “embedding” – so amalgam – between photography and the harmonic architecture of the painting, itself connected to the wisdom of the past masters. Bosi’s poetic is very clear: beauty can still survive or better the “nature” of beauty.

Nowadays, photography is often used in a  cold and detached way, alienated and alienating. Our artist elaborates it and takes it to the flesh and to the blood. He collects, touches up (also by hand), makes a grace act. He denies coarseness and showing off: he gives himself up to suggestions. He prays by the body. He asserts the divine aspect and the natural one from the heathen point of view at the same time. So his works become delicately religious.
Gian Ruggero Manzoni